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Trento, 22 settembre 2009
PerchÉ a Innsbruck io non ci sono andato
di Marco Boato
da l’Adige di martedì 22 settembre 2009

Il grande corteo che Innsbruck ha ospitato domenica rappresenta l'apice degli eventi commemorativi dell'anno hoferiano, il duecentesimo anniversario dell'«Anno Nove».

L'immagine del Tirolo a Nord e a Sud del Brennero che questo corteo ha offerto al grande pubblico è quella dei 26 mila Schützen e bande in costume, sicuri di sé e tronfi nelle proprie tradizioni.

Ma non tutti condividono questa immagine di pomposo e distorto orgoglio. Non tutti si entusiasmano per questa parata mista di patriottismo, «tirolesità» e promozione turistica. Noi, donne e uomini di vari gruppi linguistici, non ci sentiamo rappresentati da questa parata monocolore. Noi crediamo che questo corteo non rispecchi la realtà del Tirolo a Nord e a Sud del Brennero: una terra molto più varia, ricca ed aperta.

Noi vogliamo un Tirolo più grande, meno omogeneo. Noi vogliamo più colore, più apertura. Nel XXI secolo il Tirolo del Nord, del Sud e dell'Est e il Trentino hanno bisogno di forti segnali di cambiamento.

C'è bisogno di una ferma volontà di tutti i cittadini e cittadine di convivere fraternamente e pacificamente. Da secoli le nostre terre accolgono genti di lingue, culture e religioni diverse. Questa varietà negli ultimi tempi si è fortemente arricchita. A noi non basta la semplice coabitazione che abbiamo conosciuto finora: vogliamo lavorare ancora di più per migliorare i rapporti tra gruppi linguistici, tra vecchie e nuove minoranze, tra culture diverse. La convivenza non è la via più semplice, ma l'unica praticabile.

La natura è stata generosa con le nostre terre. Non tanto per le risorse, ma per la pienezza della natura. Il patrimonio idrico custodito dalle Alpi è impagabile: fonte di vita ed energia insostituibile. I paesaggi, la flora e la fauna delle nostre montagne sono un valore incalcolabile e sempre più prezioso in un mondo inaridito, sciupato, appesantito. Abbiamo il dovere di difendere e tutelare questi beni.

Le nostre sono terre di mezzo, tra il nord e il sud, tra est e ovest. La mobilità è una risorsa, ma anche una crescente minaccia. L'impiego delle sole risorse fossili sta arrivando inevitabilmente al capolinea. Le vecchie fonti energetiche non sono più sostenibili né per le persone, né per le valli, né per il clima. È importante usare fantasia e creatività per lanciare una nuova era dei trasporti e delle comunicazioni. Un'era che non strapazzi ulteriormente il territorio. La crisi economica mondiale non ha risparmiato le nostre terre, per quanto in modo più lieve. La disoccupazione si fa sentire, in modo molto doloroso per chi la vive in prima persona, ma è ancora sotto controllo.

La crisi ci mette di fronte alla necessità di rafforzare l'equità sociale e di offrire posti di lavoro sicuri e di lunga prospettiva.

Le nostre terre sono attraversate da confini che ricordano dolorose separazioni del passato. Eppure molti errori sono stati sanati. Le frontiere sono più mobili. Le sbarre si sono alzate. Ma c'è ancora tanto da fare per superare i confini. Certo la via non è quella di tracciare nuove linee di separazione. Il tema dei confini, nel XXI secolo, si è trasformato piuttosto nella consapevolezza dei limiti che dobbiamo darci e con cui dobbiamo imparare a convivere con creatività.

Nemmeno in tema di crisi le nostre terre hanno perso le loro ricchezze, la loro varietà, la loro pienezza. Siamo grati per quello che abbiamo, ma vogliamo ancora «crescere». Il Tirolo del Nord, del Sud e dell'Est e il Trentino sono il cuore delle Alpi, ma non sono l'ombelico del mondo.

Il nostro compito è non solo quello di preoccuparci delle nostre regioni. Noi portiamo una forte responsabilità verso l'Europa e verso il mondo. Come terra di varietà culturale e linguistica, come scrigno della biodiversità. Come modello di convivenza costruttiva e di sostenibilità, di giustizia sociale e di qualità della vita. Una qualità che non è il frutto di una marcia a passo militare, ma di una convivenza creativa. Questo è il nostro messaggio per l'Anno Nove. Questo il nostro proclama per il XXI secolo.

Marco Boato
Presidente dei Verdi del Trentino

 

  Marco Boato

MARCO BOATO

BIOGRAFIA


   Questo testo, detto
«Dichiarazione
della Passiria 2009»

è stato fatto proprio dai Verdi del Trentino Alto Adige e del Tirolo, con l'adesione dei Verdi della Francia, della Baviera e della Sassonia
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